QUAL È LA RISORSA PIÙ IMPORTANTE? di Elisabetta Milani

Questi sono giorni di incertezza, dove tutto sembra scricchiolare sotto i piedi, dove siamo sospesi nel tempo, in attesa….In attesa che qualcuno che non conosciamo ci dica cosa possiamo o non possiamo fare, che stabilisca come il nostro tempo dovrà essere scandito. Ma il Tempo è la risorsa più preziosa che possediamo! Possiamo perdere ricchezze, beni transitori, ma se perdiamo il nostro tempo perdiamo pezzi di vita da vivere.

Cos’è il tempo? Il tempo è una categoria secondo le correnti filosofiche occidentali. È stato studiato nel corso dei secoli ed è stato trasformato in un parametro cartesiano, per suddividere fasi di vita, a volte con valore prescrittivo altre con valore descrittivo. È diventato una misura fisica correlato ad altre per stabilire relazioni di velocità e spazio. Lo stesso Eraclito quando affermava che non ci si può bagnare due volte nella stessa acqua del fiume, implicitamente parlava di tempo e della sua irripetibilità.

Oggi si torna all’ora solare, si sottraggono ben 60 minuti in più al buio! Sarà vero? Il giorno non è sempre fatto di 24 ore? Il quantum rimane tale e quale, la nostra percezione cambia. La fisica quantistica rivoluziona la concezione del Tempo che non è più infinitamente suddivisibile, non è un continuum di passato, presente, futuro. La nostra ricchezza è l’oggi, è ora, il momento che si sta vivendo e che dovremmo trattare con tutta la cura del caso, la massima attenzione, concedendo tutta la nostra presenza consapevole, per apprezzare quello che stiamo vivendo e trovare l’energia per costruire e non distruggere. Sì il tempo mal impiegato distrugge il presente: se siamo troppo proiettati in avanti diamo spazio all’ansia che avvelena il nostro oggi, se rimaniamo legati a ciò che è passato e lo rimpiangiamo rischiamo di deprimerci e perdere l’energia vitale per godere del presente.

Il Qui ed Ora è il nostro spazio e il nostro tempo da percorrere ad una velocità consapevole, senza il predominio della legge fisica della Velocità ottenuta dallo Spazio diviso il Tempo, senza l’intossicazione da congetture del “se fosse stato”o “se sarà” che diverrebbero sassi, e non solo zavorre, ma addirittura armi, che gettate contro il cristallo più puro, il nostro qui ed ora, lo frantumerebbero in mille pezzi, lasciandoci destabilizzati e in balia di fantasmi.

Oggi dobbiamo essere forti e ancorarci a noi stessi, alla nostra presenza concreta, pesante, yin per ancorare la mente, il pensiero e guidarli nella stessa direzione.

Qual è la risorsa più importante? Il Tempo, per me il tempo!

IO, I MIEI PIEDI, LE TUE MANI di Elisabetta Milani

Ci sono periodi della vita in cui l’universo sembra concentrarsi ad inviarci segnali simili tra loro. In questo mio specifico ricevo tantissimi messaggi in forma olografa, forse perché le parole scritte a mano possiedono una grande energia, forse perché scrivere per chi lo fa è terapeutico, forse perché chi è in linea empatica avverte che anche questo è uno scambio che può essere utile sia al mittente sia al destinatario.

Al di là dei perché che poco importano ho ricevuto una lettera lunghissima da parte di una persona che ha percorso con me un suo cammino di crescita personale attraverso la riflessologia plantare. Ha voluto condividere la sua esperienza e mi ha chiesto di pubblicarla. Penso sia un gesto molto generoso da parte sua, forse troppo generoso, quindi mi sento di omettere alcune parti, più per un pudore mio forse, ma mi risuona meglio così e lo contamino il meno possibile con la mia scrittura.

“Io, i miei piedi, le tue mani: io ne sono uscita diversa, i miei piedi adesso parlano anche a me e le tue mani mi mancano, ma tornerò. Mi hai detto che non devo soggiacere alle dipendenze e mi hai allontanato e mi hai detto vai con i tuoi piedi lontano e me lo sono scritta e lo rileggo tutte le sere prima di addormentarmi massaggiandoli e insistendo sui punti che mi hai indicato, ma è diverso e quindi tornerò, lo sai vero?. [….]

Sono diversa e voglio ringraziarti per quello che mi hai trasmesso, per quello che hai sentito e per come hai avuto pazienza nell’accompagnarmi a riconoscere il mio problema, beh ne sono usciti più di quelli che pensavo, ma siamo riuscite a prenderli in carico tutti insieme e a guardarli in faccia uno alla volta. [….]. Adesso riesco a dormire e non mi spavento più e ascolto ogni cosa che faccio. […]

Ti informo che ho iniziato a curare i miei piedi, visto che hai detto che mi devono sostenere in tutti i passi della vita, che devono respirare e che devono assorbire le forze della Terra. Quindi seguo alla lettera i consigli e li tengo idratati, asciutti e cammino scalza per casa, grande risultato per una che non si è mai guardata i piedi. Ma posso dire cosa ho provato con le tue mani sui miei piedi? La tranquillità e la serenità, come se in quel momento mi stessi dicendo “Adesso ci penso io a te, tu non preoccuparti di niente”.

Lo so che starai scrollando la testa e pensando che non ho capito niente e che devo essere io a prendere in mano la mia vita e a non riversare attese sugli altri e che tu non hai fatto niente. Lo so e non mi aspetto niente da te, ma forse avevo bisogno di sentire questo e lo sentivo attraverso le tue mani e i tuoi occhi. Sto rileggendo quello che ho scritto e se fossi un uomo sembrerebbe quasi una lettera d’amore, ma un po’ lo è anche se naturalmente in un senso diverso”.

“Non credevo nella riflessologia plantare, ma forse perché l’esperienza che avevo avuto era un po’ lontana da questa. Il fatto che tu mi abbia detto che dovevo compartecipare ascoltando i cambiamenti, anche i più piccoli e portare l’attenzione su di me mi ha indotto a ricercare gli effetti e il risultato lo conosciamo”.[…]

Mi limito a questa parte della lettera, ma solo perché il resto è davvero più dettagliato e privato e deve rimanere tale. 

Questo estratto è sufficiente per far capire come possano esserci percorsi diversi per poter coltivare il proprio benessere, per aumentare la propria consapevolezza nella quotidianità senza lasciarsi distrarre da una forma di memoria procedurale, utile sicuramente ma a volte un buon alibi per non restare nel presente. I piedi sono le nostre basi, il nostro appoggio, la fonte di equilibrio, di movimento, di libertà, le nostre radici che però possiamo portare ovunque vogliamo! Grazie a te delle tue parole, spero di non aver omesso parti che avresti voluto veder pubblicate, ma è importante non disperdere ciò che hai alimentato.

Buona vita!

I CINQUE MOVIMENTI di Elisabetta Milani

L’UOMO DAL MICRO AL MACROCOSMO

Come illustrare la teoria dei cinque movimenti dell’energetica cinese? Con una favola, che in quanto tale abbassa le frequenze cerebrali, ben predispone all’ascolto emotivo e non solo razionale e apre le porte della comprensione più profonda.

Immaginiamo l’uomo cinese al centro del suo campo appoggiato al suo bastone che riflette tra sé e sé: 

Io sono un uomo, con i miei 5 sensi e con la mia memoria. Ho i piedi appoggiati sulla Terra, che fornisce cibo per il mio Stomaco, cibo che posso digerire grazie ai succhi digestivi (Pancreas) e questo cibo si trasforma in quello che sono grazie al sangue (Milza)”. 

Si guarda attorno, osserva il creato e vede che ad Est il Sole sta nascendo, è mattino, l’inizio della giornata, così come la Primavera è l’inizio dell’annata agricola. 

E’ un movimento che nasce dallo Yin più profondo e va verso lo Yang, in espansione; è il movimento del Legno, sinuoso, elastico come un giunco, è la natura che ritorna al suo verde sfavillante. L’organo corrispondente è il FEGATO che estrae dalla materia informata (yin) e metabolizza in yang, fabbrica proteine, nutre i muscoli con glicogeno a immediato potere nutritivo. Il viscere corrispondente è la Vescicola Biliare. Fra i sensi quello più rappresentativo è la Vista (risveglio della Natura). Il sentimento è quello dell’aggressività, la collera.

Continuando le sue riflessioni, l’uomo al centro del campo osserva il sole alto nel cielo.

E’ ormai Mezzogiorno, culmine della giornata come l’Estate è il culmine dell’anno agricolo, fa caldo, la calura tipica del Sud. Questo è il movimento del FUOCO e il colore corrispondente è il rosso. L’Estate è il periodo dei frutti. Nell’organismo il metabolismo accelera. L’organo di riferimento è il Cuore con tutto l’apparato vascolare. Il viscere corrispondente è l’intestino tenue. Il movimento Fuoco governa le emozioni, l’iper emotività e la socializzazione. A mezzogiorno c’è una pausa dell’attività lavorativa e ci si riunisce per mangiare insieme, ma nell’eccesso della socializzazione c’è il pericolo di perdere se stessi come individui. Il Fuoco qui presenta un duplice aspetto: calore metabolico (sole, cibo) e illuminazione psichica, la facoltà di capire. Questo è il movimento del tatto (contatto con il mondo degli altri) e della parola, intimamente legata al cuore (vedi i lapsus che tradiscono le verità più intime)!

L’uomo ha sistemato il mondo che lo circonda, ma pensa “Tutte queste cose esistono perché esisto io e poiché tutto è in continua trasformazione ed anch’io sono in continua trasformazione, dovrò trovare una collocazione in questo universo in movimento”. L’uomo si colloca nella stagione di mezzo, la fine dell’Estate: come uomo maturo, ma non ancora troppo anziano. Poiché l’uomo vive sulla terra, questo è il movimento TERRA. La terra tutto riceve, tutto trasforma, tutto nutre, tutto butta fuori.

Anche nell’organismo umano ogni nutrimento è trasformazione della materia: ogni cibo che entra viene individualizzato, anche psichicamente, in ossa, sangue, muscoli. Gli organi di riferimento sono lo Stomaco, che frolla, frantuma, assimila e la coppia Milza/Pancreas, la cui energia serve a trasformare, distribuire e armonizzare il nutrimento. A questo movimento appartiene anche il tessuto connettivo, campo ove le cellule riversano gli scarti metabolici. Il gusto (l’individualità) e la memoria (non il pensiero) appartengono a questo movimento. Il colore è giallo.

La giornata prosegue e l’uomo guarda a Ovest, il tramonto del sole. Il sole dallo Yang scende verso lo Yin, come l’Autunno è la caduta delle foglie, che andranno a fecondare il terreno e dei semi che andranno sotto terra a marcire e poter rinascere sotto forma di germogli. E’ il tempo della raccolta e dell’immagazzinamento. La chiusura della giornata è il momento degli scambi, dei baratti. Nell’organismo gli apparati rispecchiano questi scambi: L’apparato respiratorio con i Polmoni (Ossigeno/Anidride Carbonica), l’Intestino Crasso (Cibo/feci), e la Pelle, come limite fra il mondo interno ed esterno, capace di assorbire attraverso il processo osmotico e di emettere tossine attraverso il sudore. A questo movimento fa riferimento il senso dell’olfatto. Questo è il movimento del METALLO, i sali minerali contenuti nel terreno e il colore è il Bianco (il colore di tutto lo spettro solare).

Ed infine cala la notte. L’uomo rivolto a NORD sente freddo e lo associa alla stagione più fredda: l’Inverno. E’ il momento del buio associato al sonno e alla morte. E’ il massimo dello Yin, la massima inerzia, il riposo. Il colore è nero. Di notte nel corpo c’è un raffreddamento cutaneo, il rallentamento del metabolismo, la diminuzione delle pulsazioni. L’energia dorme ma acquista potenza per il giorno seguente, la cellula si sta ripolarizzando. E’ il movimento ACQUA. Tra i sentimenti prevale la paura, paura ancestrale del buio, terrore e timore della morte e di ciò che è sconosciuto. E’ il momento in cui si tempra la volontà, tutti i sensi stanno a riposo, rimane solo l’udito, all’erta anche nel sonno. Gli organi di questo movimento sono i Reni con tutto l’apparato genito-urinario, le ossa, col midollo rosso ematopoietico, il midollo giallo, il midollo spinale, il sistema nervoso centrale anatomico e l’attività sessuale. Il viscere correlato è la Vescica.

DONNE TUTTE D’UN PEZZO di Elisabetta Milani

La percezione che hai della tua schiena è di un unico blocco dal collo ai fianchi? 

Cammini come un paletto rigido? 

Ti sei dimenticata di avere un bacino? 

Essere donna tutta d’un pezzo nell’accezione comune è un vanto ed è legata ad aggettivi come integerrima, coerente, seria, educata, impostata, diligente, curata, raffinata, onesta, autorevole, attendibile...le declinazioni si sprecano in questo verso.

Peccato che a latere di tutto vi è un risvolto della medaglia che spesso viene taciuto: rigidità (fisica e mentale), intolleranza, impermeabilità, frigidità, blocco della creatività, freddezza...e anche la lettura in questa accezione potrebbe continuare ad libitum.

Qual è la lettura psicosomatica di questi atteggiamenti? Il blocco del bacino, con tutto ciò che questo bacino contiene, e in quanto bacino è un grande contenitore di molti mondi che appartengono alla sfera umana femminile:

  • un mondo ancestrale,

  • un mondo energetico,

  • un mondo ormonale,

  • un mondo organico,

  • un mondo liquido,

  • un mondo solido,

  • un mondo gassoso

  • ...un universo intero!

Avere il bacino bloccato significa avere il proprio universo bloccato!

Quando il nostro bacino non è integrato con il nostro essere:

  1. l’incedere è rigido; le gambe stesse hanno una mobilità limitata,

  2. le vertebre lombari scivolano e appiattiscono quella curva in lordosi tanto femminile,

  3. la torsione naturale che viene accennata durante la camminata diventa impercettibile e anche i movimenti laterali che seguirebbero un naturale ancheggiamento spariscono.

  4. La temperatura di tutta la zona pelvica scende, perché ciò che si blocca si raffredda.

Questa trasformazione non è fisiologica, ma una forma di modelling che la cultura in cui viviamo esercita sul nostro atteggiamento.

Muovere il bacino, ancheggiare, parlare di pelvi, non si fa, è “immorale” e tutti i “non si deve” vengono repressi, immagazzinati e imprigionati nel grande contenitore fisico che abbiamo, il bacino appunto.

LE ENERGIE DELLA ZONA PELVICA

La zona pelvica inoltre rappresenta il luogo deputato a funzionalità da trattare con molto pudore: quella sessuale, quella riproduttiva e quella escretoria. A volte il pudore trascende in vergogna e in negazione e tutte le nostre energie ancestrali vengono bloccate.

Quali energie?

L’Energia di noi donne, quella delle radici legata al primo Chakra, se vogliamo prendere come riferimento la cultura orientale, che ci da forza, stabilità, vitalità, coraggio, fiducia, voglia di vivere…e scusate se poco!

L’Energia sessuale, che è l’energia della creatività, della procreazione e dell’espansione. E’ la passione per la vita! E’ il secondo Chakra, il centro delle emozioni, del sentimento, del piacere in senso ampio, non solo sessuale, della nostra parte istintiva, dove nascono le idee e le intuizioni: è il ventre che genera, che accoglie, che protegge. E’ collegato alla Madre Terra, alla nostra prima casa, al nido amniotico.

Siamo sicure di voler tenere queste forze chiuse in una zona pelvica bloccata?

DISTURBI LEGATI AL BLOCCO PELVICO

  • Mestruazioni dolorose,

  • difficoltà al concepimento,

  • menopausa difficoltosa,

  • stitichezza,

  • rigidità della vescica o ipotonia con prolassi,

  • mal di schiena.

  • Patologie psicosessuali con forme di vaginismo, frigidità. 

CONSIGLIO PAZZO, MA NON TROPPO

Iscriviamoci a corsi di danza del ventre o balli latino-americani: le frequenze sonore, il ritmo e i movimenti spensierati ci aiuteranno a disinibirci, a cancellare una postura erroneamente modellata; a scoprire che abbiamo la possibilità di muovere il bacino avanti, indietro a destra a sinistra e in senso circolare; e solo scollandolo dalla schiena potremo integrarlo al nostro organismo e lasciar fluire tutte le energie ancestrali che sono nate con noi e prima di noi!!!

LA MEMORIA DEL CORPO di Elisabetta Milani

I TRAUMI E LE CICATRICI

Un viaggio tra mente e corpo, tra psiche e soma...certi traumi a distanza di tempo suonano il campanello della coscienza e si ripresentano, inattesi per essere processati, elaborati e superati dal corpo. 

Il corpo registra su di sé anni di vita e di esperienze e se la mente a volte per sopravvivere li archivia, il corpo in certi momenti li rispolvera, forse perché è maturato il tempo di fare pulizia e spazio.

IL DOLORE

 A volte il dolore salva, a volte il dolore risveglia l’attenzione, a volte il dolore riporta l’individuo a sé. Accogliere il dolore e decidere di ascoltarlo, comprenderlo ed elaborarlo è il viaggio per conoscere e conoscersi, se si ha la voglia e forse anche il coraggio di farlo. 

Si comincia così, percependo un dolore fisico anomalo. Lo si ascolta e si scoprono delle connessioni. Senti una punta lancinante nella schiena, tra le scapole che a volte sale, arriva fino al collo, pervade la cervicale, invade il cranio, s’insinua nella radice dei capelli, arriva alla fronte, scende su un occhio e tutto il tuo corpo diventa improvvisamente solo quel dolore. Ti accorgi che il respiro è più corto, si blocca sopra il diaframma, allora cerchi fiato, ti sforzi di renderlo più profondo, di arrivare all’addome ma non ci riesci. Le tue cupole diaframmatiche sembrano aver chiuso la porta a doppia mandata. E lui, il respiro resta lì, davanti ad un percorso sbarrato e qualcosa ti vibra tra il petto e lo stomaco e sembra acuire ulteriormente quel dolore infra-scapolare. Non sei avvezzo ad utilizzare farmaci e allora provi a sdraiarti, a fare esercizi di allungamento, di torsione, vai alla ricerca di un respiro più sottile, che porti calma e si irraggi per magia nei muscoli, nelle ossa, nel sangue. Lo visualizzi, lo guidi, ma poi arriva là davanti a quella porta che non si apre. 

IL CORPO

Ti chiedi se è nato prima l’uovo o la gallina, da dove partire. Capisci che devi farti aiutare perché da sola non ci riesci e allora pensi come esternare quello che ti succede, per farlo non solo capire ma anche comprendere. Parti dal dolore, quello è facile da descrivere. Chiedi al tuo fisioterapista di fiducia, che osserva la tua schiena, la indaga, la tocca, sente il blocco e lo mobilizza. Il dolore dorsale si allenta, avverti le scapole riscaldarsi nuovamente laddove percepivi porzioni raffreddate, la sensazione di leggerezza muscolare pervade anche la mente e ti senti meglio…per qualche giorno. Poi di notte, quando la parte razionale è sopita qualcosa ti sveglia: il respiro. Quel respiro che nuovamente bussa alla porta addominale, che chiede al diaframma di abbassarsi e di lasciarlo passare, ma niente, lui non apre, non risponde. Intanto la mente si sveglia, richiama la consapevolezza che porta attenzione proprio a quello che il respiro sta chiedendo. Anche la parte razionale si accorge che quel varco è chiuso, malgrado il dolore dietro alla schiena non ci sia. Il bisogno di respirare in maniera più profonda si fa sentire e infatti dopo qualche giorno ritorna l’irrigidimento dorsale, la punta lancinante. E così capisci, anzi comprendi, prendi con te, su di te, per te, la verità del tuo dolore, effetto e non causa, di una difficoltà. Non respiri, non stai facendo respirare il tuo corpo, non stai facendo respirare la tua mente, non stai facendo respirare la tua anima. Però hai chiaro dove devi intervenire.

Ci riprovi da sola, perché hai imparato a respirare in modo diaframmatico sin da quando stavi in pancia, è una capacità archetipica…..ma niente, non funziona, non ci riesci. Da sola non ci puoi riuscire e allora ti rivolgi a chi sai potrà aiutarti, perché percepisce molto di quello che percepisci tu e opera su più livelli, alcuni dei quali insondabili ai più. Il mondo del cranio-sacrale, del movimento dei fluidi cerebrospinali s’insinua nella testa, nello stomaco e inizia un lavoro costante e preciso, una chiave che conosce la serratura da aprire: il respiro passa oltre il confine e diventa profondo, l’addome si scalda, il battito si calma e la mente rispolvera vecchi ricordi nascosti, archiviati e dolorosi legati a un trauma, proprio quello che ha causato il problema alla dorsale e alla cervicale.

Ricordi che salgono da una profondità scura e giungono allo stato di coscienza, e ti sputano in faccia dopo 25 anni tutta la loro forza, con dettagli di voci, parole, boati e silenzio, quel silenzio che si riempiva di urla con cui chiamavi quel nome che non rispondeva più, che aveva le braccia abbandonate, senza più presa…e da lì avevi capito tutto in pochi secondi, con l’adrenalina a mille che ti impediva di sentire qualunque dolore fisico e poi tutti i momenti a seguire e a precedere, tutto riaffiorato come se accaduto da poco, pochissimo. Risentire, riprovare, ripercepire, risoffrire, il tutto attraverso un dolore presente identico ad un dolore passato. Capisci che devi riviverlo con una maturità diversa, che non lo nasconde più, ma lo processa, e devi perdonarti per lasciarlo andare, perché non ti sei perdonata allora e l’hai legato a te inconsapevolmente, là in quel punto che vi ha accomunate…la vita pulsa sempre!

CELLULITE: COME RICONOSCERLA, CAUSE E CURA. di Giusi Devecchi

Cellulite ovvero pannicolopatia edemato-fibro-sclerotica.

Se ne riconoscono generalmente tre stadi:

  1. CELLULITE EDEMATOSA: associata ad un accumulo di liquidi,in particolare attorno a caviglie,polpacci,cosce e braccia.

  2. CELLULITE FIBROSA: associata a fibrosi ovvero ad alterazioni del tessuto connettivo con presenza di piccoli noduli che conferiscono l’aspetto della pelle a buccia d’arancia.

  3. CELLULITE SCLEROTICA: caratterizzata da un indurimento dei tessuti e presenza di noduli di grandi dimensioni.In questo caso vi è anche dolore alla sollecitazione della zona interessata.

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CAUSE

  • disturbi metabolici

  • disordini alimentari

  • alterazioni del tessuto connettivo

  • fattori ormonali e genetici

  • alterazioni del microcircolo

  • alterazioni del sistema linfatico

  • alterazioni della matrice cellulare

FATTORI AGGRAVANTI

  • Alimentazione sbagliata

  • postura errata

  • vita sedentaria

  • dimagrimenti eccessivamente rapidi

  • obesità e sovrappeso

  • fumo

  • indumenti troppo strette scarpe troppo alte.

CURE E RIMEDI

  • attività fisica adeguata

  • alimentazione corretta

  • correggere la postura e l’appoggio plantare

  • evitare calzature troppo alte o scarpe tipo tipo tennis per tempi prolungati

  • vestire con indumenti che non limitino il ritorno venoso e linfatico

  • bere acqua e tisane

TRATTAMENTI FISIOTERAPICI

  • linfodrenaggio

  • ultrasuoni

  • bendaggi in crioterapia

  • tecar

TRATTAMENTI MEDICI

  • mesoterapia

  • emulsiolipolisi

  • lipoapoptosi

  • carbossiterapia

  • liposuzione

ALIMENTAZIONE E VITA di Viorica Tarnovschi

Come rimanere in armonia con tutto ciò che ci circonda?

Osservare ciò di cui hai bisogno.

Aria, cibo, acqua; e perché spesso le mie scelte sono determinate dalle abitudini e non dalle vere esigenze del sé? Forse perché ci conosciamo poco, o forse perché abbiamo poco coraggio di capire chi siamo e cosa vogliamo, o forse siamo semplicemente affidati alle scelte già prestabilite?

A questo punto le risposte sono molto più semplici. Tutto parte dalla consapevolezza di ciò che siamo. L'uomo è ciò che mangia e in base a ciò che mangia pensa e di conseguenza si comporta.

Modificare lo stile di alimentazione significa modificare anche il comportamento della persona. Però non sono da sottovalutare i tre quarti di acqua che costituiscono il nostro corpo. Che acqua bevi e come la scegli? Da dove arriva? Cosa ti porta dentro? Che memoria ha? Che cosa entra nel nostro organismo attraverso l'alimentazione, l'acqua, l'aria? E che cosa costruisce il nostro organismo?

Se ciò che forma il nostro corpo è povero di nutrienti, contaminato o impuro, anche la mente, la coscienza e lo spirito ne subiranno gli effetti. Esiste una profonda correlazione tra ciò che mangiamo, la nostra salute, il pensiero, il carattere, la condotta, la sfera energetica, morale e spirituale e il nostro relazionarci con l'ambiente. Tantissimi disturbi possono essere evitati se vengono rimosse le cause mentali ed emozionali che li hanno generati. Corpo, anima e mente sono inseparabili: solo il loro perfetto equilibrio ne consente l'esistenza.

Senza ARMONIA tra le parti nulla può evolversi ed esistere. Semplificando, non possiamo mai parlare solo del corpo, solo della mente, o solo dello spirito: la disarmonia porta alla distruzione e all'estinzione. L'emozione e il pensiero hanno un enorme effetto non solo nel nostro corpo, ma influenzano anche ciò che ci circonda. Allora possiamo creare la realtà con il nostro pensiero e la nostra emozione. Buddha lo disse 2500 anni fa. Ciò che pensi diventi. Ciò senti attrai. Ciò che immagini crei. E se tutto questo è nelle mie mani e nel mio cuore allora la scelta la posso fare io. Siamo tutti in una perfetta sintonia. Più accettiamo dentro di noi l'armonia, Il sentimento d'amore, più lo espandiamo fuori e di conseguenza attiriamo le persone con lo stesso stato di armonia e amore. Sarebbe meraviglioso ricevere ciò che si dà.

Questa è la bellissima legge dell'attrazione nella quantistica, il karma (causa effetto) nella spiritualità. In una mente "sana" il pensiero si fa più lucido, aumenta la capacità di autocontrollo, si ha maggiore resistenza nel corpo mentale e fisico. Al contrario in una mente "malata " imperversano lo stato di tensione che si riflette sull'intero organismo, creando squilibri e scompensi: tutti gli stati d'animo si riversano su tutte le cellule e le funzioni del corpo. Le emozioni negative generano disarmonia nelle funzioni fisiche e la scelta dello STILE SANO di vivere è compromessa. Cosa possiamo fare con tutta questa BELLEZZA di contenitore che abbiamo? Come possiamo fare per mantenerlo a lungo, sano ed equilibrato?

Iniziare a trattarlo bene, con CURA e AMORE. Il tuo corpo e l'unico con cui dovrai convivere tutta la tua vita.

PAVIMENTO PELVICO QUESTO SCONOSCIUTO di Giusi Devecchi

Sappiamo tutto!

Sappiamo mantenerci in forma, conosciamo tutti i metodi per avere un fisico perfetto, addominali scolpiti, gambe sode e glutei tonici.

Tutto ciò che si vede è sotto controllo, ma esistono muscoli altrettanto importanti, utili anzi fondamentali nella nostra vita che nemmeno sappiamo di avere.

Peccato che siano proprio quelli che ci sorreggono, che ci permettono di controllare l’equilibrio e la postura, attraverso i quali controlliamo i nostri sfinteri e perchè ci permettono di avere una vita sessuale appagante, di riprodurci e partorire.

Sono i muscoli del nostro PAVIMENTO PELVICO: si tratta di una struttura muscolare, un diaframma vero e proprio che chiude il fondo del nostro tronco. Si tratta del fondo della nostra scatola che contiene i nostri organi.

Un’area misteriosa e ancora troppo spesso fonte di imbarazzo e tabù,proprio per essere la sede dei nostri sfinteri e dei nostri genitali.

Tabù, vergogna, e ignoranza fanno si che il perineo sia un’area presa in considerazione solo quando si presenta una problematica, pertanto non viene fatta una adeguata prevenzione, cura e riabilitazione.

Molte patologie come:

  • l’incontinenza,

  • prolassi,

  • vaginismo,

  • dispareunia,

  • secchezza vaginale

potrebbero essere affrontate meglio se ci fosse un intervento precoce e ancor meglio se si facesse più prevenzione.

Cos’è il pavimento pelvico?

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IL P.P. è un insieme di muscoli disposti su piani diversi con funzioni diverse.

  1. PERINEO ANTERIORE che ha una funzione prevalentemente sessuale e di protezione dalle sollecitazioni esterne. Esso è formato dai muscoli:

    • bulbo cavernoso,

    • bulbo spongioso

    • costrittore della vagina.

  2. MUSCOLO PUBO-RETTALE è il muscolo della continenza che ci permette il controllo degli sfinteri attraverso una contrazione volontaria,spesso coadiuvato agli adduttori e glutei

  3. MUSCOLI TRASVERSI hanno un ruolo nello stimolo defecatorio e nel riflesso di espulsione del feto.

  4. PERINEO PROFONDO formato dai muscoli pubococcigeo,ileococcigeo e ischiococcigeo ha principalmente una funzione di sostegno degli organi interni.

A cosa serve il p.p.?

Il p.p. ha ben otto funzioni tutte vitali per la nostra salute:

  1. FUNZIONE MINZIONALE controlla lo svuotamento della nostra vescica.

  2. FUNZIONE DIGESTIVA attraverso lo stimolo defecatorio controlla lo svuotamento dell’ampolla rettale.

  3. FUNZIONE DI CONTINENZA attraverso lo stimolo defecatorio controlla lo svuotamento dell’ampolla rettale.

  4. FUNZIONE SESSUALE un p.p. attivo ed elastico ci permette una buona attività sessuale pertanto un cattivo funzionamento può essere causa di anorgasmia,dispareunia,vaginismo per gli uomini di difficoltà all’erezione e eiaculzione precoce…

  5. FUNZIONE RIPRODUTTIVA ha un ruolo chiave per una buona gravidanza e durante le fasi del parto.

  6. FUNZIONE DI SOSTEGNO  contiene i nostri organi interni ,un p.p. tonico previene da eventuali prolassi.

  7. FUNZIONE CIRCOLATORIA  UN P.P.  attivo aiuta il ritorno venoso e linfatico.

  8. FUNZIONE RESPIRATORIA considerato il nostro terzo diaframma lavora in modo sincrono con il diaframma toracico; inoltre controlla il nostro equilibrio e la nostra postura, infatti una buona postura non può prescindere da un p.p. tonico ed elastico. Pertanto collabora con la muscolatura addominale, glutea, con il m. piriforme, gli ischiocrurali gli adduttori e il quadricipite…

COSA FARE QUANDO SI HA UN PROBLEMA?

Innanzitutto non abbiate vergogna di parlarne; rivolgetevi al vostro medico di fiducia e se il vostro problema ha indicazioni fisioterapiche rivolgetevi a professionisti competenti in materia.

PERCHE’ RIVOLGERSI AD  UN FISIOTERAPISTA ?

Quando si parla di rieducazione, di muscoli, di postura non possiamo non parlare di fisioterapia.

Vi sono patologie inerenti al Pavimento Pelvico (come incontinenza, prolassi, dolore pelvico cronico, secchezza vaginale, episiotomie e cicatrici interne, esiti chirurgici, emorroidi e fistole anali..), che necessitano di un supporto fisioterapico adeguato, attraverso una impostazione della respirazione, al controllo volontario dei muscoli pelvici, alla rieducazione posturale sino all’utilizzo di apparecchiature elettromedicali come elettrostimolatori, biofeedback.

PERTANTO RIVOLGETEVI A SPECIALISTI che dopo un attenta valutazione funzionale siano in grado di impostare il giusto percorso per una efficace riabilitazione.

La vita, se lo vuoi con il cuore, ti regala un sogno. Crea il tuo sogno.

Il titolo di questo articolo è un mio aforisma che trovi nel mio nuovo libro che uscirà a breve. 

Per creare un sogno, prima occorre capire la grande importanza che riveste lo scopo della propria vita. Alle domande: perché fai quel che fai? Che cosa vuoi ottenere e per quale motivo? 

La risposta potrebbe essere in molti casi ovvia, tipo: “Perché devo o perché voglio!”.

Molti non sanno rispondere in modo preciso a queste domande. Avere la consapevolezza del significato e scopo della propria vita, a volte sembra sia percepito come superfluo, o addirittura inutile. “Tanto quel che deve succedere, succederà!”, molti sostengono.

A volte capita così, perché vivendo in una comunità interdipendente di persone, non tutto dipende sempre da noi stessi. La cosa importante è che la rinuncia o la passività non diventi un’abitudine. Un cattivo modus operandi che crea alibi ed illusioni. 

Non c’è cosa più importante che avere uno scopo ben definito riguardo alla propria vita o più semplicemente a quello che si fa giorno dopo giorno. 

La consapevolezza dello scopo della vita o della tua attività lavorativa, se è quella che hai scelto, è quella piena coscienza che ti dà una forte spinta motivazionale, sia nel caso in cui le cose vanno bene, sia nel caso in cui le cose non vanno come dovrebbero andare e allora in tal caso ci si rimette in carreggiata al più presto.

Ti chiedo una cosa ovvia: Se non (ri)conosci il tuo scopo, come fai a capire se ti trovi nella strada corretta?

Tutti sanno, più o meno e in linea generale, ciò che si vuole concretizzare nella propria vita, ma spesso questa consapevolezza risulta debole, proprio perché non si fa un lavoro mirato e di comprensione delle reali motivazioni e dello scopo che si vuole seguire.

Occorre andare nello specifico e scendere in profondità per vedere, capire e sentire quello che si cerca. La (ri)scoperta di sé, ti permette di aumentare la tua visione d’insieme, in modo da diradare quella foschia interna che molto spesso offusca la mente e le scelte. Nelle mie zone si dice: “Nebbia in Valpadana!”. Io spesso rispondo: “Ma la nebbia è dentro o fuori?”.

Aumentare la consapevolezza del proprio sé che rimane una parte più inconscia e meno visibile alle persone, ti permette di allargare anche la consapevolezza nei confronti del mondo interno di chi hai vicino. Migliorando la comprensione di se stessi, migliorano anche le proprie relazioni affettive, non solo perché si è maggiormente equilibrati, ma anche perché si possono cogliere le intenzioni che stanno dietro a reazioni e comportamenti del partner, dei figli, degli amici o delle altre persone.

Partendo dalla consapevolezza e attraverso l’immaginazione, la creatività e la volontà, un mattone dopo l’altro si inizia a modellare un futuro voluto, con un corretto atteggiamento che identifichi gli eventuali fallimenti nel percorso, come preziosi indicatori o cambi di direzione. 

"Da qua inizia la creazione di un sogno." 

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Sì o No? Aspetti mentali ma non politici.

Una riflessione in questo periodo in cui siamo bombardati da notizie, video, manifesti sul referendum del 4 dicembre. Questo articolo non vuole entrare nel merito del referendum e né voglio dire se sia più giusto votare sì, votare no, oppure non andare. Queste sono considerazioni personali. Ora vorrei che mi seguiste brevemente in un ragionamento un po' più in profondità, cercando di capire cosa c'è dietro e intorno a tutto questo:

Vi ricordate i famosi giochi di prestigio che si vedevano in TV qualche anno fa? 

Ora se ne vedono meno, ma se pensiamo al modus del gioco di prestigio, dobbiamo dire che la magia o l'illusione avveniva lontano dagli occhi dello spettatore. Per cui per scoprire il trucco occorreva rimanere svegli e attenti, ma non dove "il mago" portava il nostro sguardo, bensì intorno a lui.

Quello che voglio dire è questo: nonostante sia importante, la questione referendum rischia di allontanare lo sguardo da ciò che in realtà è fondamentale per ognuno di noi. Cioè badare a sé, continuare a raggiungere i propri obiettivi o stabilirne altri, curare le relazioni più care e agire sulla propria autonomia. Lavorare sulla propria autonomia, che corrisponde alla capacità di scegliere in base al proprio vero sé, va in contrasto con il seguire l'arena politica del sì o del no, diventata ormai una sorta di scontro tra tifoserie tipica del calcio. Con cori, striscioni e colpi di scena.

Secondo punto: ogni cosa è interdipendente. Nel senso che ciò che tu senti, esprimi, dici o fai, influisce sull'ambiente intorno a te. Noi esseri umani siamo incessantemente immersi in gruppi. Che lo vogliamo oppure no, è così. Gruppi primari come la famiglia, ma anche altri gruppi come: gruppi di lavoro, amici, comunità. C'è chi sostiene i concetti che ora ti espongo, da un punto di vista delle religioni, della legge di attrazione, oppure dei campi energetici. Ognuno ha il suo credo ma la cosa certa è che se siamo immersi in sentimenti negativi come: rabbia, tensione, risentimento, frustrazione, noi, la nostra realtà e le nostre relazioni saranno inquinate da questi sentimenti negativi. 

Conclusioni: Informati e prendi la tua decisione in merito al referendum perché è comunque una cosa importante. Fatto ciò, allontanati da arene e scontri tra tifoserie che servono solo ad alimentare tensione e battaglia. Fai il punto della tua vita come se fossi su una collina per osservare meglio la situazione, poniti degli obiettivi, cura le relazioni e lavora sulla tua autonomia. Dopo anni di studi, esperienze personali e con le altre persone, ho maturato un'idea: Pensare un po' più a sé, non è egoismo come spesso ci hanno insegnato, ma significa avere la capacità di discriminare quando aiutare (ed è bellissimo farlo in piena coscienza) e quando prendersi cura di sé. Sentimenti positivi per sé e per gli altri, influiscono in modo positivo nei gruppi in cui siamo. Ricorda che se non si è centrati su di sé, o il più possibile equilibrati, non è possibile nemmeno essere di aiuto a chi si vuole bene. 

TU CHE COSA NE PENSI? SCRIVI SOTTO IL TUO COMMENTO.

Ho lasciato il tempo indeterminato!

Sì è così. Qualche tempo fa ho deciso di farlo e di lasciare un impiego che mi dava la classica base fissa ma che richiedeva in cambio un prezzo emotivo troppo alto. Prima di prendere questa decisione, ho condiviso il mio desiderio con parenti, amici e conoscenti. A parte chi mi conosce veramente e sa che non faccio le cose senza riflettere, diverse persone mi hanno detto:

"Ma ci hai pensato bene?", "Ma sei matto?", "Sei sicuro?". 

Come se la sicurezza fosse sempre garantita. La sola sicurezza che abbiamo è che non c'è sicurezza. Sì, ho deciso di dedicarmi anima, corpo e al cento per cento su ciò che ho costruito col tempo e che sento mio. In realtà lo stavo già facendo in modo costante da un paio di anni, e nonostante portassi avanti due attività lavorative, era come se fossi a metà servizio con me stesso. Ora posso dire di dare l'esempio e di essere coerente con me stesso e con ciò che credo fino in  fondo.

Tanto tempo ormai è passato da quando 17 anni fa soffrivo di ansia. Devo dire che la bellezza di tutto questo cammino che mi ha accompagnato fino a questo momento, non è tanto l'ultimo periodo in cui ho preso la decisione di lasciare il tanto caro contratto a tempo indeterminato, ma tutto il percorso in mezzo che mi ha regalato tanti insegnamenti:

Occorre essere coerenti con se stessi e poi trovare il coraggio di fare delle scelte anche se a volte possono spaventare. In realtà appena si inizia, si accende la passione, come un motore che spinge in modo deciso. Occorre lasciare che siano i valori e i sentimenti positivi a guidare le tue azioni e non la paura.

Penso che tutti possano seguire e trovare veramente ciò che vogliono o che sentono nelle proprie corde. Non è facile, le persone mi dicono spesso. Sì è vero, non lo è ed occorre prepararsi, ma se si passa tutta la vita a ripetersi che non è facile, questa diventa una legge rigida che rende statici. Alla fine se ci pensi, non è nemmeno facile mentire a se stessi. 

Il mio motto personale dopo tanti anni di sconfitte e vittorie, ora è diventato questo: "Sogna, pensa e vivi. Riparti da Te e disegna il tuo futuro". Sono sicuro che anche tu hai le capacità, risorse e caratteristiche che possano spingerti verso i tuoi obiettivi, qualsiasi siano. 

Riparti da Te e il Coaching Umanistico: che cosa sono?

Ciò che il mio percorso di coaching crea è: indipendenza emotiva, autonomia personale intesa come la capacità di decidere in base al vero sé e raggiungimento di obiettivi personali.

Riparti da Te significa aprire una nuova strada e assumersi la responsabilità del proprio benessere. 

Riparti da Te è un atteggiamento da seguire che comporta un modo di pensare positivo. Quasi sempre non basta ripetersi mentalmente: “Va tutto bene”, quando le cose in realtà non vanno come si vorrebbe. 

Occorre (ri)partire da sé e iniziare a considerare ogni sconfitta o insuccesso passato come fonte di preziosi insegnamenti. Il fallimento spesso è un crocevia fondamentale e necessario per una crescita personale. 

Riparti da Te significa liberarsi da vecchi schemi mentali o abitudini negative mentali e comportamentali che mantengono le persone in una condizione di staticità, ansia o frustrazione. Questo processo di miglioramento può essere rallentato o impedito da alcune resistenze interne che si pongono come ostacolo alla libertà personale e al benessere.

Che cosa impedisce alle persone di ottenere miglioramenti o di trasformare la propria situazione? 

Possono esserci tantissime motivazioni, che si possono però riassumere in tre macro condizioni: 

1) Poca autostima e sicurezza

2) Regole e certezze immutabili o chiusura mentale

3) Staticità e rafforzamento di quella che viene chiamata: “zona di comfort”

Per trasformare positivamente la propria vita, oltre alla consapevolezza su di sé che soddisfi e migliori queste tre condizioni negative, occorre sviluppare attraverso percorsi di coaching: potenzialità, lungimiranza, visione d’insieme, intuito, consapevolezza, azione e obiettivi necessari per un benessere deciso e desiderato.

Un abbraccio a chi ha letto fin qua e a chi apprezza un articolo un po' diverso dagli altri. Purtroppo si vedono in giro, in questo mondo virtuale, anche tante cose spiacevoli. Ma questo è solo un mezzo che amplifica sentimenti già dentro di noi.

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Tre guide per aumentare la tua capacità di vedere lontano e saper cogliere opportunità

Nella mia attività di Coach, uno dei maggiori errori che vedo compiere inconsapevolmente alle persone, è quello di sottovalutare l'importanza di guardare lontano per cogliere opportunità che la vita ci riserva. C'è un detto popolare (ogni tanto uno positivo) che recita:

“La fortuna va da chi sa cogliere le occasioni”.

Quando qualcosa non va come si vorrebbe, tendiamo a dare la colpa alla sfortuna, al destino o a qualsiasi altra cosa che si trova al di là delle proprie capacità. In questa sede occorre precisare che non è possibile prevedere ogni cosa e capita a chiunque di affrontare situazioni più grandi di sé in cui l'unica alternativa è reagire all'evento. Detto questo, anche per esperienza personale, ti posso dire che sono maggiori le occasioni in cui Tu puoi decidere in prima persona, rispetto a ciò che devi solo accettare. Quando il proprio dialogo interno è colmo di frasi tipo: “Non posso farcela; Sono troppo giovane; Sono troppo vecchia; La vedo dura; Non ci riesco; È impossibile”, molto spesso questo modo di pensare che poi produce azioni conseguenti ha un nome preciso:alibi.

Guida n.1: Uno dei presupposti del mio lavoro è: “Tutto ciò di cui abbiamo bisogno è già dentro di noi”. Anche tu possiedi grandi capacità e sicuramente nella tua vita hai affrontato tante situazioni difficili con successo. Tendenzialmente ricordiamo più facilmente gli sbagli fatti e decisamente meno i successi avuti. La realtà dei fatti passati non cambia, ma puoi variare la prospettiva ed il focus mentale che usi. Come diceva Albert Einstein: se ti sintonizzi su frequenze negative del passato oppure odierne, sarà esattamente questa la realtà che otterrai. Puoi trasformare (meglio di cambiare che corrisponde a gettar via tutto quello che è stato, comprese le cose positive) da subito ciò che ti va stretto e che ti complica la vita.

C’è una ragione mentale per cui le persone spesso sono poco lungimiranti: il cervello tende sempre a proteggerci. Quando dobbiamo svolgere un compito, risolvere un problema o affrontare qualcosa di nuovo che porta al di fuori della propria zona di comfort, la mente fa un bilancio dei costi e benefici previsti. Valuta quanto di bello o di brutto un evento può consegnarci. La cosa bizzarra è che spesso questa valutazione avviene considerando solo il breve termine ed il pericolo immediato. Come se si trattasse di affrontare belve feroci e non situazioni normali quotidiane. In questo momento può entrare in gioco il primordiale meccanismo attacco/fuga. Per la ragione che ho appena descritto, le persone tendono a rimanere nella propria zona comoda, perché nel breve/brevissimo termine il fatto di esporsi ha un costo emotivo maggiore rispetto al beneficio conquistato.

Guida n.2: Nella vita tutto ha un costo emotivo ed energetico. Uscire dalla propria zona di comfort, indubbiamente crea un po' di fastidio. Soprattutto se ti fermi solo agli aspetti meno piacevoli. Ma è esattamente questo uscire dagli schemi abituali, ciò che serve per il tuo miglioramento. Quando si affronta una paura oppure una situazione scomoda, l'autostima cresce e la soddisfazione di aver agito anziché star fermi, indipendentemente dall'esito, ti dà una spinta positiva per proseguire su questa strada. In questo caso la motivazione ad agire risulta più forte del dubbio o del senso di colpa

che schiacciano le persone in una condizione di staticità. In certe situazioni non è semplice agire, ma la soluzione non sta nel ripetersi ad oltranza che non è facile oppure che non ci si riesce. Questo tipo di preconcetti si smuovono solamente quando si affrontano. Molto spesso quando si esce dalla propria zona di comfort e si acquista nuova consapevolezza vien da dire: “Tutto qua?? Pensavo fosse peggio o più difficile”.

Acquisire lungimiranza e saper guardare avanti nel tempo, significa aprire la mente ed osservare e immaginare con piacere ciò che si potrà ottenere di buono nel periodo successivo. Occorre salire ad un livello superiore di consapevolezza. Questo lo si può ottenere facendosi delle domande nuove e diverse e accogliendo umilmente e senza averne paura, ogni riposta che la mente intuitiva ci regala. Nelle mie sessioni di trasformazione, questo avviene spesso. Le persone tendono a nascondere con scuse varie ciò che emerge, proprio perché può far paura o dare fastidio. Alla fine ogni trasformazione giusta, necessaria e voluta, porta sempre ad una condizione migliore e più equilibrata. Per cui occorre allenare la lungimiranza e saper guardare lontano senza timore.

Guida n.3: Non c’è cosa più bella di aver un progetto personale e di porsi obiettivi utili. Non necessariamente solo per se stessi, ma anche per le altre persone che meritano il nostro amore o la nostra considerazione. Per fare questo si ha bisogno di alcuni ingredienti come: umiltà, mente aperta e positiva, voglia, passione e lungimiranza. Aspetti che si possono acquisire e rafforzare e che possono regalarci meravigliose nuove prospettive ora difficili da percepire. Tranne in casi particolari, non esiste una genetica cattiva, ma piuttosto una condizione portata avanti in un modo sbagliato o negativo. Questa consapevolezza fa tutta la differenza del mondo anche se naturalmente siamo abituati a pensare il contrario. Per un motivo: Molto spesso, fin da bambini, ci hanno educato a pensare in un modo dipendente. Concludo con un aforisma di Carl Jung molto significativo:

“Rendi cosciente l’inconscio, altrimenti sarà l’inconscio a guidare la tua vita e tu lo chiamerai destino”. 

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Come aumentare la Bassa Autostima in tre fasi (Parte III)

Negli articoli precedenti di questo blog, (clicca per: PARTE I e per la PARTE II) abbiamo visto le tre fasi su cui porre la propria attenzione per aumentare l'autostima. Riprendendo velocemente le tre fasi e i tre pilastri dell'autostima, possiamo dire:

Primo pilastro: Amore e rispetto per se stessi

Rispettarsi e aver cura di se stessi, aumenta notevolmente l'autostima e ti permette di affrontare la tua vita quotidiana senza ansia o stress da competizione. Molte persone agiscono come se la vita fosse sempre una lotta. Come se l'attenzione fosse rivolta sempre verso qualcosa di esterno e non di interno. Razionalmente sappiamo bene che l'unico limite che esiste è quello nella nostra mente, ma non sempre si riesce a vincere le abitudini e più avanti ti spiego il motivo.  

Il secondo pilastro è: immagine di se stessi

Come abbiamo detto nei precedenti articoli, la propria auto-immagine genera forza e sicurezza, oppure debolezza e incapacità. Dipende dal livello e dall'equilibrio tra le componenti interne positive e negative. Questo pilastro è maggiormente decisivo rispetto agli altri due perché si trova ad un livello più interiorizzato e influenza gli altri due pilastri.

Il terzo pilastro su cui focalizzarsi è: fiducia in se stessi

Anche questa fase è influenzata dalla visione di se stessi e si compone di due parti: la prima è fiducia interna e la seconda è fiducia esterna. Per interna si intende la percezione delle proprie abilità e capacità di affrontare problemi, cambiamenti, trasformazioni e obiettivi. La fiducia esterna è rivolta verso componenti esterne e si riferisce alla fiducia nella vita in generale, oppure nelle altre persone. Aver fiducia in se stessi significa fidarsi delle proprie idee e sensazioni. Per esempio: se accetti che la prima persona che hai di fianco metta in discussione le tue idee, oppure ricerchi continue conferme negli altri, non dimostri fiducia in te stessa oppure per te stesso. Al contrario poni le basi per iniziare ad andare nella direzione opposta e contro di te.

MOTIVAZIONI: Alla base della poca autostima generale, ci sono valori, convinzioni e abitudini negative che influenzano gli stati d'animo e i comportamenti. Alcuni valori negativi interiorizzati e molto in profondità possono essere: paura del giudizio, solitudine, essere a disposizione, rabbia, critica costante. I valori, che siano positivi o meno, sono principi assoluti che le persone cercano di raggiungere. Per cui se ti ritrovi nell'elenco sopra, oppure in altri valori negativi, tenderai ad ottenere esattamente quel valore anche se razionalmente non vorresti. In queste situazioni ci si ritrova in un limbo in cui da una parte si vorrebbe raggiungere e concretizzare valori positivi come: aiuto, libertà, condivisione, creatività, gioia. Dall'altro lato però i valori negativi attraggono come una calamita potente e rendono difficile aumentare la tua auto-efficacia.

La teoria dell'auto-efficacia è stata formulata dal famosissimo psicologo sociale Albert Bandura e intende: "Capacità generativa il cui scopo è quello di indirizzare le proprie abilità verso scopi specifici". L'auto-efficacia è un costrutto psicologico utile ad aumentare la propria autostima.

Oltre ai valori negativi, ci sono le convinzioni negative che influiscono allo stesso livello sulla percezione di scarsa autostima. Le convinzioni profonde negative si riferiscono alla percezione della propria identità e capacità. Si differenziano dai valori perché quest'ultimi danno una direzione, mentre le convinzioni sono più statiche, come delle regole. Esempi di convinzioni negative possono essere: "Sono un'incapace; Non valgo nulla; Sono sfortunata; Ho un difetto; Non ci riuscirò mai".

Infine anche le abitudini errate influenzano la percezione di poca autostima e nascono da una cattiva impostazione delle azioni giornaliere. Siccome quello che credi, pensi e (non) fai è ciò che diventi, se non prendi la giusta direzione questi valori, convinzioni e abitudini negative creeranno esattamente la realtà che cerchi di allontanare.

SOLUZIONE: Ci sono due strade percorribili per aumentare la propria autostima seguendo questo schema generale di tre passi: la prima strada lavora direttamente sulla visione di sé e dunque indirettamente sui restanti due pilastri. Agisce su valori, convinzioni e abitudini trasformando positivamente la propria realtà soggettiva. La seconda via è quella di iniziare passo dopo passo a incrementare la visione di se stessi lavorando dapprima su rispetto e fiducia in se stessi. Tutte e due le due strade devono essere intraprese e una non esclude l'altra. La scelta iniziale di una via rispetto a l'altra, dipende dalla persona e dalla realtà che circonda chi voglia aumentare la propria autostima.

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Come aumentare l'Autostima. Tre consigli. (Parte II)

Einstein sosteneva: "Ogni cosa dovrebbe essere resa il più semplice possibile, ma non ancora più semplice”. Ma cosa significa?

Per esempio: quando si analizza un gesto semplice ricevuto e lo si trasforma in complicato, magari dando un significato diverso da l'intenzione originale, il gesto perde la propria utilità ed efficacia. Non solo, ma quando si rende complesso un elemento o un bisogno che trae la propria forza nella semplicità, perde di significato e diventa costruito.

L’aforisma citato intende dire di ricercare nella vita la semplicità utile, ma non la soluzione semplicistica ai propri problemi o obiettivi. Ogni cosa va valutata con equilibrio per ricercare quelle componenti necessarie ma non semplicistiche e dunque inutili e inefficaci. La complessità fa parte della vita in certi ambiti, ma purtroppo capita, anche abbastanza spesso, di complicarsi la vita con elaborazioni mentali sofisticate. Io stesso anni fa facevo questo errore, quando soffrivo pesantemente di ansia, 17 anni fa. Col trascorrere del tempo e poi seguendo un percorso di coaching per l'evoluzione personale, ho capito che molte cose di cui avevo bisogno le avevo disponibili tutti i giorni davanti e dentro me stesso.

Oggi faccio l'attività di Coach per le persone e le guido ed aiuto nel definire: obiettivi, stati desiderati, bisogni e motivazioni. Una costante, in molte persone che vedo, è esattamente quello di cui ho parlato fino adesso: complicarsi la vita. Riprendendo un concetto espresso sempre da Einstein possiamo dire: Ogni cosa che ci circonda ha un potenziale energetico, positivo oppure negativo. Se ci concentriamo e focalizziamo su una determinata frequenza, espressa in credenze, atteggiamenti, stati d'animo e comportamenti, otterremo esattamente quella realtà. "Questa non è Filosofia, questa è Fisica". Ora riprendendo la struttura dell'articolo sui tre pilastri per migliorare l'autostima, (clicca qui per il primo articolo) possiamo dire:

Amore e rispetto per se stessi: Qual è la realtà che stai creando? Hai rispetto per te stesso o te stessa oppure ti sminuisci? Stabilisci con fermezza e forza il tuo punto di vista oppure no? Avere rispetto per se stessi è fondamentale per avere anche rispetto da parte delle altre persone. Per esempio: se poni l'asticella dei tuoi obiettivi troppo in alto, oppure se lasci spesso che gli altri decidano dove posizionare l'asticella, non stai rispettando te stesso o te stessa ma stai lasciando la tua serenità in altre mani.

Immagine di se stessi: Come è la tua realtà quotidiana? Come ti definisci e percepisci? Riprendendo il principio di Einstein appena esposto, su quale realtà sei focalizzato/a? Arrivare ad avere un'immagine di se stessi che dia forza anziché esser un impiccio lo si può fare anche attraverso uno sviluppo delle proprie potenzialità e capacità. Non rimanendo fermi e aspettando che tutte le condizioni siano ottimali. La cosa importante è trasformare le componenti negative della visione di sé, in segmenti utili per cambiare positivamente la percezione delle proprie capacità.

Fiducia in se stessi: Cosa sai far bene? Quali sono le tue potenzialità inespresse, magari a causa di uno sminuirsi costante? Ricerca inizialmente semplici attività per aumentare la tua sicurezza e di conseguenza anche l'autostima. Nel definire i tuoi obiettivi e se non ne hai ti consiglio di definire ciò che vorresti ottenere, dovresti progettare qualcosa di utile, semplice e ottenibile nelle tue potenzialità attuali, per ottenere un miglioramento costante e in crescita. La motivazione segue sempre l'azione.

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Tre suggerimenti per liberarsi da cattive abitudini

Prima il dovere e poi il piacere. Ma in che misura?

Questo detto popolare molto diffuso spesso determina obblighi e insoddisfazione. Se da un lato questa credenza è utile per mantenere una direzione verso il raggiungimento dei propri obiettivi, per esser di aiuto alle altre persone o per dare motivazione all'azione, dall’altro lato è vero il contrario. Soprattutto se manca un equilibrio tra i devo e i voglio.

Ti è successo di sentirti in obbligo di fare o dire certe cose, anche quando nel profondo percepivi di non esser in linea con te stessa o te stesso?

Anni fa a me tantissimo, infatti questo mi ha creato dolorosi problemi di ansia e insoddisfazione che ho risolto poi con il tempo affrontando un grande cambiamento necessario. Un errore che facevo e che ora vedo compiere alle persone che seguo come coach, è dare poca importanza al mentire a se stessi oppure riempire la giornata con impegni stressanti. Con lo scorrere del tempo e nel lungo termine, la frustrazione, l’ansia o l'infelicità derivante da queste situazioni creano dei problemi.

Usiamo una metafora per inquadrare meglio la situazione: immagina come se il tuo equilibrio interiore fosse rappresentato da un giardino curato e colorato. Se nasce qualche erbaccia, inizialmente la puoi togliere senza troppi sforzi, ma se lasci che il giardino si riempia di queste erbacce, non riuscirai più a riconoscere la tua bellezza e purezza. Occorre prestare molta attenzione per riconoscere quelle situazioni dannose e porvi rimedio prima che le erbacce possano inquinare troppo il giardino metaforico.

Di seguito tre suggerimenti per liberarti da situazioni negative o dai "vampiri energetici" che non hanno i denti di Dracula ma succhiano energia positiva.

1. Identificare con precisione le situazioni da evitare

Spesso sono le piccole situazioni trascurate a creare più danno. Quelle che tralasciamo perché appunto di poco conto. Come una goccia d'acqua che perde da un rubinetto: piccola, ma che nel tempo crea un danno maggiore.

Identificare su un foglio cosa vuoi evitare di fare ma a cui non riesci a dire di no, ti è di aiuto per avere tra le mani qualcosa di scritto da te, da consultare ogni momento. Non è un esercizio banale ma un modo per poter aver chiaro, non solo nella mente, quello che vuoi evitare oppure limitare. Il famoso psicanalista Jung giustamente diceva: "L'uomo ha bisogno di difficoltà, sono necessarie alla salute". Sappiamo bene che certe situazioni vanno affrontate fino alla fine. A volte ci si deve adeguare e anche questo porta ad una crescita. Ma ti assicuro che sono maggiori le occasioni in cui puoi decidere in prima persona. Altrimenti potrebbe essere un alibi per non affrontare certe situazioni oppure hai direzionato la tua vita su qualcosa che ti mette in difficoltà e non ti fa sentire una persona libera di decidere.

2. Chiarire i perché 

Ogni compito che quotidianamente viene svolto, ha un origine più o meno cosciente. Se quando fai qualcosa ti poni la domanda: "perché lo voglio o lo devo fare?", hai la possibilità di portare alla coscienza motivazioni profonde più o meno giuste per te. Non basta domandarsi una o due volte il "perché ", ma occorre ripetersi più volte la domanda finché non arriverai a capire il vero motivo. Le prime giustificazioni che emergono, possono essere scuse oppure motivazioni superficiali. Non temere di farti certe domande perché ti sono estremamente di aiuto. Non serve mentire a se stessi.

Per aumentare la tua motivazione nella ricerca di risposte domandati: "cosa mi sono perso e cosa mi sto perdendo continuando in questo modo?". Poi fatti questa altra domanda: "Cosa posso guadagnare di bello e utile se inizio a fare ciò che mi sento e che mi piace fare?".

3. Progettare azioni volute e diverse

C'è un aforisma noto che dice: "non puoi fare sempre le stesse cose se vuoi ottenere risultati diversi". Qua le persone spesso inciampano. Sanno cosa e come dovrebbero fare, ma non agiscono. Un'obiezione che spesso sento dire è: "Non è facile cambiare, mi sento obbligata sennò poi mi sento in colpa". Certamente affrontare alcuni cambiamenti di mentalità, specie se sono ben radicati, non è facile e nessuno dice il contrario.

Il percorso di coaching serve anche per questa ragione, per identificare cosa impedisce nel profondo, di reagire diversamente. Ricorda che oggi sei in un certo punto della tua vita, buono o meno, a causa di tutte le decisioni prese fino a questo momento. Occorre modificare e sistemare anche quelle piccolezze che sono sotto il tuo potere, come: una reazione diversa, un atteggiamento migliore, un piccolo gesto diverso che possono iniziare a tracciare quella strada verso un tuo miglioramento personale e duraturo.

La consapevolezza è estremamente importante ed è la base di tutto. Se però non fai seguire una prospettiva, un'azione o un comportamento diverso dal solito, nella tua vita non cambia nulla.

Questo articolo rappresenta una piccola parte del lavoro mentale che si fa nelle mie sessioni di coaching individuale. Questi tre suggerimenti possono aiutare a focalizzarsi meglio su se stessi. A volte basta intraprendere strade diverse per aprire davanti a sé un mare di opportunità e visioni diverse delle cose. 

qual è la tua esperienza?

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Come rafforzare la Bassa Autostima. Tre fasi su cui focalizzarsi. (Parte I)

Avere una bassa autostima crea disagio e lascia le persone immobili davanti a tante opportunità. L’insicurezza, derivante da una poca autostima, non permette di evolversi e diventare persone migliori. Ogni crescita personale avviene al di fuori della propria zona di comfort, che è quella condizione mentale sicura e protetta. Il segreto è uscire dalla zona facendo un passo alla volta e iniziando a modificare quelle situazioni che non soddisfano.

Anche io 17 anni fa, quando soffrivo di ansia, percepivo una bassa autostima. Alla fine del mio percorso e ora che aiuto le persone a diventare più forti e migliori, ho capito che una delle matrici che alimentava l'ansia era proprio la poca autostima percepita.

Ho usato il corsivo sulla parola "percepita" per indicare che l'autostima è una condizione soggettiva dipendente anche dall'immagine che abbiamo di noi stessi. Magari le persone che frequenti, a parte (forse) quelle più vicine, non ti vedono insicura o insicuro. Se siamo bravi a fingere, alle altre persone verrà data un'immagine finta e che non corrisponde alla realtà. Ma come aumentare l'autostima e soprattutto cosa fare?

Ecco i tre pilastri per far diventare l'autostima più solida. Tre fattori su cui agire per esser più sicuri.

Il primo pilastro è: Amore e rispetto per se stessi.

Anni fa mi fecero una domanda che ora giro a te: Se non hai amore e rispetto per la tua persona, per quale motivo dovrebbero averne gli altri?

Qua si compie il primo errore fondamentale: credere che gli altri ti devono per forza qualcosa. Aspettarsi e pretendere dalle altre persone di essere capiti/sorretti/aiutati/agevolati ed altro. Lo so che ti può suonar male, ed è esattamente un fattore di poca autostima, ma le altre persone hanno visioni diverse dalla tua e a volte non riescono a rendersi conto dei tuoi effettivi bisogni nascosti. Inoltre se le persone intorno a te percepiscono o vedono palesemente che non hai amore e rispetto per te stesso o te stessa, tendenzialmente faranno la stessa cosa. Identifica quelle situazioni in cui critichi troppo te stesso/a. Situazioni dove poni l'asticella troppo in alto pretendendo troppo da te stesso/a. Anche questo è amare e avere rispetto di se stessi.

Il secondo pilastro è: Immagine di se stessi.

L'autoimmagine, ovvero la visione di se stessi, determina la propria capacita, forza o debolezza. Se io ti chiedessi chi sei?, potremo capire come ti vedi e percepisci. Se la visione di se stessi è limitante, avverrà una spirale negativa, come un cane che si morde la coda. La bassa autostima deriva dall'immagine di se stessi negativa, ma allo stesso modo la alimenta. Immagina di essere un'altra persona che vede le cose da un'altra prospettiva. Come ti vedi? Quali sono i tuoi punti di forza e che cosa invece dovresti migliorare?

Il terzo pilastro è: Fiducia in se stessi.

Questo è l'aspetto più superficiale e dunque maggiormente sotto il tuo controllo. Aumentare la fiducia in se stessi e dunque fare azioni piccole verso una maggior sicurezza, permette di aumentare la motivazione. La motivazione segue l'azione, per cui non aspettare che tutte le condizioni siano favorevoli, piuttosto inizia a cambiare quelle piccole cose che non fanno per te. Quelle situazioni che non vuoi vivere perché rappresentano una staticità e non una crescita. Se fai questo, la fiducia in te stesso/a aumenterà e si apriranno prospettive nuove. Inoltre fidarsi di se stessi è fondamentale. Ripeto la stessa domanda di prima: Se tu non hai fiducia in te stesso/a, chi la deve avere?

Se vuoi crescere, migliorare o diventare maggiormente indipendente, ti consiglio di seguire questi tre step. Questo è uno schema molto utile da seguire ma in certi casi l'autostima andrebbe approfondita in modo mirato e con un percorso strutturato. Esattamente quello faccio con le persone che seguo nelle mie sessioni di Coaching. Per far sì che si raggiungano risultati migliori, per essere migliori alla base. Ovvero "semplicemente se stessi".

Tu che cosa ne pensi? Lascia un messaggio qua sotto.

RIPARTI DA TE - Segreti per risolvere l'ansia attraverso il Coaching

Riparti da Te intende dare dei vissuti utili, degli strumenti e delle soluzioni al disturbo d'ansia. La metodologia si basa sul coaching. Questa pratica intende far emergere le potenzialità che ognuno di noi possiede e rilevare i possibili blocchi che limitano le nostre azioni quotidiane. Idoneo per migliorare i comportamenti e rimotivare tutti coloro i quali vogliono riflettere su esigenze, bisogni e obiettivi futuri.

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